REGOLAMENTO EBA
NUOVE REGOLE PER I CONTI CORRENTI
Ma è proprio vero che basterà uno sconfinamento di 100 euro per essere segnalati in default e diventare cattivo pagatore anche se non è mai accaduto prima?
Cerchiamo di capire meglio.
Dal primo gennaio sono cambiate le regole per la gestione dei conti “in rosso”. Il diktat arriva dall’EBA (European Banking Authority): gli intermediari devono classificare in stato di default il cliente che non adempie per tre mesi alle proprie obbligazioni creditizie nei confronti del gruppo bancario o finanziario. In sostanza, da gennaio gli addebiti automatici (pagamenti di bollette, finanziamenti, rate varie) potrebbero non essere più consentiti sui conti correnti se non coperti da liquidità sufficienti.
Quale situazione si deve verificare?
Lo sconfinamento deve superare la “soglia di rilevanza” cioè, che l’ammontare dell'inadempimento sia superiore a 100 euro per le persone fisiche (500 euro per le imprese) e all’1% del totale delle obbligazioni creditizie complessivamente dovute alla banca, inoltre lo sconfinamento deve protrarsi per 90 giorni consecutivi.
Questo porterà quindi ad una situazione di morosità da parte dei titolari e l’EBA impone alla banca di segnalare il cliente alla centrale rischi, di classificare tutta la sua esposizione, bloccando di fatto per quella persona o per quella impresa, ogni possibilità di accesso al credito.
Gli effetti della classificazione a default
L’intermediario dunque, conduce una valutazione della situazione finanziaria complessiva del cliente e non si basa su singoli eventi di ritardo nel pagamento. Pertanto, non è vero che basta uno sconfinamento di soli 100 euro per dar luogo a una segnalazione a sofferenza, però questo avvia una serie di indagini che potrebbero portare appunto alla segnalazione di default e a rendere inaccessibile al cliente qualsiasi forma di credito presso l’intero sistema bancario.
Cosa fare?
Monitorare costantemente i saldi del conto corrente.